Nella sua pratica compositiva e improvvisativa, Giacomo Grassi decostruisce le entità matematico-musicali presenti nel suo mondo. Crea linguaggi attraverso la formulazione di altre geometrie sonore e psichiche, tracciate o disegnate su piani differenti e mobili. Da qui la necessità di nuovi assiomi (ciò che è fenomenologicamente evidente) e postulati, dai quali prendono l’avvio i suoi Ricercare.
Le sonorità e i timbri, nonché le scelte armoniche e l’attenzione alle forme, costituiscono i fuochi del flusso ricercato. Il pianista fonde, plasma o sfibra una sua propria narratività musicale, sempre in cerca di aperture di visione. Nel suono e nelle tessiture di Giacomo Grassi, ben si nota inoltre l’influenza della sua pratica compositiva elettroacustica.
Tra i compositori che, come punti di riferimento, lo hanno maggiormente spinto alla ricerca di una estetica pianistica propria, vi sono: Giacinto Scelsi, Cecil Taylor, Mal Waldron, Dmitrij Šostakovič.